FOTOGRAFIE

Ripercorrere il nostro passato rievocandolo attraverso le fotografie può suscitare emozioni che a volte possono andare da un estremo all’altro della scala possibile: possono essere tanto dolci quanto strazianti. Se il cassetto dei ricordi era rimasto chiuso per tanto tempo, quando viene riaperto può succedere di sentirsi continuamente rimestato: una foto ci fa sorridere, un’altra ci immalinconisce, un’altra ancora ci fa ridere a crepapelle, e un’altra ci infligge un nodo in gola da toglierci il fiato. Molto dipende da chi e cosa troviamo in ogni foto, e da chi abbiamo al fianco mentre le guardiamo…
Qui presentiamo una piccola serie di una cinquantina di fotografie scattate nelle pubbliche vie del nostro paese tra gli anni ‘80 e il 2000, con l’eccezione di una cartolina che risale probabilmente all’inizio degli anni ‘70. Sono in ordine sparso perché così purtroppo sono state ritrovate in quel cassetto, ma se aveste voglia di aiutarci, potremmo ricostruire insieme il filo rosso che le unisce e scrivere sotto a ognuna di esse la didascalia corretta. Qualcuno che le riconosca, ha voglia di scriverci l’anno e l’occasione in cui sono state scattate, e magari anche il ricordo che lo lega a quel momento?

Luigi

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13. Festività di San Rocco (2000 o 2001)
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31. Lavori di demolizione in seguito ai crolli (ca. 1970)
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Vecchie fotografie. Storie, vite vissute...
Il paese, la piazza, il campanile. La memoria s’insinua nei luoghi conosciuti, nel tempo, nei sapori, negli odori. Tutto prende vita, forma e colore.
Gli uomini al bar giocano a carte. Le signore del vicinato, sedute al fresco nei pomeriggi estivi, fanno l’uncinetto, chiacchierano.
Poi il suono delle campane. E' il vespro, si va a pregare. Si prega e si spera che il raccolto sia buono, che il marito in America stia bene, che i figli trovino un lavoro dignitoso senza dover emigrare, che le figlie trovino il calore di una famiglia.
E poi si torna a casa che è già buio. È l’ora della cena, sulla stufa a legna borbottano i fagioli, si affetta il pane fatto la mattina. E il pensiero corre al domani. C’è ancora da ammassare, da lavare i panni al fiume, i pomodori da raccogliere. È tempo di salsa, le mani scelgono i più maturi, li lavano, li passano, li imbottigliano. Il profumo invade le strade, ci si scambiano notizie sulla quantità e la qualità.
E poi la festa della Santa protettrice, la messa cantata, la processione, i fuochi d’artificio, la banda.
E ritrovarsi tutti in piazza. Il tempo passa, scandito da eventi, fatti, gesti, da ritmi sempre uguali.
Sembra tutto immobile, come nelle fotografie.
Eppure ti ritrovi, all’improvviso, a sfogliare un album, e capisci che la fotografia non è un semplice banale ricordo, ma è vita, colta negli attimi passati, che non torneranno più. È però un passato presente, lo puoi vedere, lo puoi riaccendere mentre guardi i volti delle persone, ferme, fissate sulla carta, eppure vive, protagoniste di una storia da raccontare, a volte triste, a volte allegra, ma che è la storia privata e allo stesso tempo comune, la loro storia e quella del paese.

Mi chiamo Aldo Piccirillo, (...) e ritengo che pur non essendo nato a Monacilioni posso essere considerato, agli effetti della cittadinanza e a buon titolo, un “oriundo”, sia perché il mio ramo materno era di Monacilioni, sia perché ho trascorso lì la mia prima infanzia e frequentato le scuole elementari fino al 1950.
Sul sito ho trovato la foto di una classe elementare risalente all’anno 1950 accompagnata dalla richiesta di collaborazione per la identificazione di tutti i soggetti in essa ritratti.
La foto in questione è la stessa che possiedo anch’io, così, con l’aiuto di altri, nel 2015 avevo provveduto a risalire ai nominativi di tutti i raffigurati riportandone le generalità in calce.
Con spirito collaborativo, quindi, invio la foto della 5^ Elementare dell'anno scolastico 1949 -1950.

MONACILIONI – Anno scolastico 1949-50 – Classe 5^ Elementare IN PIEDI: Mezzacappa Giuseppe Pino detto “Murello”-Pietracatella Giuseppe–Di Santo Amodio–Maestro CARLOZZI–Colavita Antonio–Romano Angiolino–D'Elia Antonio 2^ FILA (sedudi): Guglielmo Walter-Naimo Antonio- Pizzuto Fernando- Mezzacappa Rocco-Coccaro Alessandro- Pannitto Giovanni-Iosue Saverio SEDUTI A TERRA: De Cicco Cola-Mezzacappa Nino-Iosue Nando-Iosue Nicola- Pizzuto Domenico- Coccaro Alessandro IN ALTO A DESTRA (sul gradino) Varanese Antonio – Piccirillo Aldo (estranei alla classe -” imbucati”)

Con l'occasione, invio anche un'altra foto dell’epoca, anch'essa piuttosto significativa, scattata il 13 giugno 1952 in occasione della festa di Sant'Antonio che ritrae, unitamente al parroco, un gruppo di ragazzi, figuranti della processione, vestiti con il saio antoniano.
In basso sono riportati i nomi dei “fraticelli”, me compreso, con l'eccezione dei più piccoli la cui fisionomia, data la loro età al momento della foto, non si è riusciti ad associare ad alcun nome. Spero che qualcuno riesca a farlo.
La qualità delle foto è piuttosto scadente ma va tenuto conto che si è partiti da foto in bianco e nero di 8cm x 6 a bassa risoluzione scattate probabilmente con macchine su treppiedi e fotografo al lavoro sotto un drappo nero.
Grato per l'ospitalità. Cordiali saluti.

Aldo Piccirillo

MONACILIONI, 13 giugno 1952 - “Fraticelli di S. Antonio” Dall'alto da sinistra verso destra: 1) Don Domenico Leccese – 2) Giuseppe Goffredo – 3) Pizzuto Angelantonio – 4) Basilio Pizzuto – 5) Lorenzo …....... - 6) Antonio Goffredo (Furnarella) – 7) Antonio Pannitto – 8) Michele Pannitto – 9) ? ….......... - 10) Antonio Clemente ? - 11) Fernando Pizzuto – 12) Aldo Piccirillo – 13) Antonio Di Marzio – 14) Coccaro Alessandro – Antonio Di Marzio – 16) ? …... - 17) ? ….....

La foto, gentilmente concessa da Mimmo Pizzuto, è del 1949 o del 1950, ed è stata scattata all'imbocco di via San Paolo.
Qualcuno può aiutarci a completare la tabella? ;-)

N.        NOME                                                     SOPRANNOME       ANNO NASCITA
1          MEZZACAPPA GIUSEPPE                   PANETTA
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5          DI SANTO AMODIO
6                                                                           MAESTRO
7
8          ROMANO ANGELO                              SCIOR
9          D'ELIA ANTONIO                                RAIMUNN
10        VARANESE ANTONIO
11        GUGLIELMO WALTER
12        NAIMO ANTONIO
13        PIZZUTO FERNANDO                          FURNARELL
14        MEZZACAPPA ROCCO
15        COCCARO ALESSANDRO                   L'SANDR                  1940
16        PANNITTO GIOVANNI                          PICCION
17        ? SAVERIO                                              MARCON
18        DE CICCO NICOLA                             RUMAN
19        MEZZACAPPA GIOVANNI                   SPARACELL
20        IOSUE
21        ? NICOLA
22        PIZZUTO DOMENICO                                                    1938
23        COCCARO                                               L'SANDR (TORINO)

La foto a lato, inedita, è stata gentilmente concessa dalla signora Anita De Martinis, figlia di Modestino, l’autore del libriccino del 1952 relativo al secondo centenario di Santa Benedetta. L’interessamento, però, è stato di Giulio e Amalia Nasella e a tutti e tre va il nostro ringraziamento.
Da un bel quadro dentro casa alla disponibilità offerta a tutti i Mac’liunar e ai loro discendenti in tutto il mondo di conoscere la nostra storia.
La condivisione, appunto: uno dei motivi principali del nostro sito.

La foto, del fotografo campobassano Pensa (è scritto sul retro), è del 1927 circa, anno più anno meno. A tale datazione si arriva prima di tutto dal fatto che la bambina in braccio al nonno, con i baffi bianchi, è Anita a pochi anni di età.
Inoltre, se si osserva attentamente l’architrave della porta della “Cripta”, si vede la scritta a vernice con il motto fascista “A noi” e quindi siamo dopo il 1922…

Di particolari importanti ce ne sono molti, tra i quali:
I quadri sono già 5 e sono portati da uomini (e non da donne come abbiamo sempre saputo) e non sembra che stiano solo portandoli giù per darli alle ragazze vestite di bianco (perché?), almeno una quarantina, un numero sproporzionato rispetto ai 5 quadri.
Si vedono almeno nove "fratèll" (gli “Apostoli”) e al centro due di essi portano le lucerne fissate sulle aste (come ancora oggi, anche se le luci sono diverse, ovviamente).
In cima alla scalinata si vede il “Tabernacolo”, riconoscibile anche per la cupoletta semicircolare - ma forse allora aveva una diversa funzione? - utilizzato fino a pochi anni fa da Don Mimì durante la Settimana Santa pasquale.
Sempre sulla scala si vede il Crocifisso portato da uno degli Apostoli: è uno di quelli ancora in Sagrestia?
Al centro di una delle bandiere (notate l’altezza di almeno 5 o 6 metri) si vede la raffigurazione dell’Assunta. Sull’altra c’è uno stemma: era quello monarchico in uso in tutti i municipi?
Lo stendardo raffigurante l’Urna riporta la scritta “Società Cattolica (S.) Benedetta Martire” ed è portato dal “Portabandiera”. Davanti, ai lati, il Presidente della Società, con la fascia, e un altro socio con un distintivo al braccio (tutti con il cappello del sodalizio: ci hanno detto che era di colore rosso).
Sulla destra si vede un uomo con due cordoncini bianchi pendenti dalla spalla alla cinta: il podestà?

Stiamo facendo vedere la bellissima foto ai nostri cari Giovanotti novantenni, sperando ci possano dare altri particolari, graditi anche da coloro che la vedranno sul sito.

Una persona crediamo di averla identificata, ma per non creare condizionamenti aspettiamo almeno un’altra conferma...

Trebbiatura con il trattore a cingoli: una grossa e lunga "cinta" di cuoio collegava il retro del trattore alla trebbia. Notare a sinistra "I Manocchij" (le fascine) di frumento accatastate a formare "I Mèt dù ràn" e il covone di paglia (ma si faceva anche di fieno) di forma rotondeggiante al centro (U' Sc-tigghij).
Il tutto formava "L' Arij" oppure "L'Ar-jell" se più piccola, ovvero cioè una zona in genere piana dove si ammucchiavano i raccolti di uno o più proprietari, sulla quale veniva poi portata la trebbia e, appunto, "Z' tr'skav"...

Questa foto è stata scattata a Gambatesa.
A sinistra Tronca Giovanna (Nina), la cui Madre era di Monacilioni, e a destra Vincenzo Britta, cugino di secondo grado.La foto dovrebbe essere della metà degli anni trenta o inizi anni Quaranta.
Questa e le due foto precedenti sono state gentilmente inviate dalla Signora Nina Tronca e da suo nipote Luigi Tronca, ai quali va il nostro ringraziamento.
La Signora ci ha raccontato che da bambina veniva spesso a Monacilioni, anche per più giorni, da Zii e Cugini, i quali ricambiavano poi la visita andando a casa loro a Gambatesa...

Accogliamo con immenso piacere il contributo di Silvana Guglielmo che, con l'aiuto di Lorenzo Panceri, ci ha regalato queste fotografie assolutamente inedite!
* * *
Anche io vorrei dare il mio contributo per rinverdire il ricordo di Moancilioni che fu...
Sono altoatesina per nascita: Bozen è la mia città natale, ma le mie radici sono “mac'liunar”.
Ancora bambina, dal Piemonte dove babbo maresciallo Alfonso Guglielmo era in servizio per la guerra, sono tornata al paese dei miei avi, dove ho frequentato la IV e la V elementare.
Ho condiviso i costumi di vita dei monacilionesi. Era il periodo bellico: il podestà, ricordo, aveva un negozio di generi alimentari. Caduto il fascismo, fu nominato sindaco Agostino Iosue, marito di zia Carmela Pietracatella, sorella di nonna Emanuela vedova Martino. Mio nonno Giovanni Martino riposa in un cimitero di Filadelfia.
Vi mando la foto natalizia, anno 1939, dei cugini Martino d’America. Sette fratelli, tutti bei giovani; uno di loro tornò in Italia, a Monacilioni.

La sera del 15 agosto scorso, per festeggiare il suo primo compleanno, abbiamo presentato il sito nella Piazzetta dell'Emigrante spiegando il senso e lo spirito che lo animano. La serata è stata seguita con interesse da tantissimi paesani, nonostante le impietose condizioni del tempo.
Impossibile, per noi, nascondere quanto ci abbiano gratificato la curiosità, le domande, i suggerimenti e i consigli dei paesani intervenuti. Molti hanno promesso propri contributi, e il Sindaco ci ha ricordato che nei locali del Comune sono esposte molte bellissime fotografie, così ci ha invitati a riprodurle e pubblicarle.
Desideriamo quindi ringraziare Michele Turro per la sua gentilezza e disponibilità che ha incontrato il nostro desiderio di condividere tutto ciò che può "perpetuare e rinnovare il mito del nostro piccolo grande paese", come recita l'incipit del nostro sito.
Queste fotografie sono quindi un dono per chi non sapeva della loro esistenza, per chi non le aveva notate e per chi non può andarle a vedere di persona...

Alcuni anni fa mi hanno dato una bella foto con molti ragazzi davanti alla Chiesa Vecchia.
Dovrebbe essere della metà degli anni Trenta, ma questo e il motivo per il quale l’hanno fatta potranno chiarircelo alcuni di loro. Più di uno ha in mano una specie di “diploma”: perché?
Era una “Prima Comunione” o cosa?
Comunque, incuriosito, cominciai a chiedere a varie persone Anziane e ad incrociare i dati che corrispondevano: ne è venuta fuori la identificazione di parecchi!
Pochi giorni fa, vedendo la stessa foto inviata da Filippo Zarrelli, mi sono ricordato del lavoro che avevo fatto. La mettiamo sul sito e speriamo che chi riconosce quelli che non sono stati identificati ce lo faccia sapere e potremo inserirli…

NOTA
La numerazione potrà sembrare un po’ “bizzarra” e pasticciata, ma abbiamo dovuto farla così perché se si fosse partiti dal basso, gli ultimi in alto avrebbero avuto bisogno di numeri a tre cifre e non ci sarebbe stato lo spazio per visualizzarli bene.
Inoltre, per pubblicarla nella sua dimensione originaria è stato necessario impaginarla in modo "scorrevole", ovvero visibile solo un pezzo per volta. Per scoprire la parte "nascosta", è necessario far scorrere la barra orizzontale sotto la fotografia. Scusate!

Foto inviata da Antonio Pellinacci e dalla moglie "Mariettell D' GGHIAS-J", la figlia di Z' N'Don-j che aveva il bar...
E' del 1955 circa e si vedono in primo piano Mariettell, Teresina "di Guglielmina" e una signora che adesso dovrebbe essere in Venezuela.
Sulla sinistra l'uomo con la cravatta senza cappello dovrebbe essere "Zì Giachimm ù Vulp-iàn", sindaco poi a fine anni sessanta.
Notate gli spazi dove ora sono le due villette...

La "Crocella" in piazza già non c'era più, come del resto è documentato in altra foto di questo sito del 1954.

Il ricordo di Monacilioni per me e' dolce-amaro.
Dolce per essere tornato al mio paesello nativo e aver rivisto vecchi amici dopo tanti anni lontano.
Amaro per le rovine che ho trovato, specialmente il mucchio di pietre che una volta era la mia casa paterna in via San Paolo.
Quando lo lasciai, Monacilioni era ancora un paese vibrante. Quasi duemila abitanti. La vita era tranquilla e allo stesso tempo pulsante di attivita'. La gente era amichevole e rinomata per la sua ospitalita'.
Nonostante il mio disappunto, il mio ricordo rimane vivo. Le mie radici son rimaste li sotto i resti della casa paterna e ancora nutrono il mio spirito con i ricordi della mia fanciullezza e gioventù.

Siamo partiti in tanti con quella valigia di cartone: poche cose, una fotografia per ricordo, un paio di scarpe nuove. Poi la speranza di assicurare il pane alla famiglia, un futuro migliore per i figli. Il mondo intero ci ha conosciuti emigranti. Il mondo intero ha raccolto il sudore dei nostri genitori ,dei nostri nonni, dei parenti dei compaesani. non le nostre lacrime di nostalgia, quelle le abbiamo nascoste, fieri abbiamo dimostrato tutta la dignità
del nostro essere maciliu’nar.

E’ Gennaro Grano il signore in primo piano, ora più che ottantenne.

Giovane e speranzoso, emigrava in Venezuela.

E quella era la nave che portava gli emigranti in terra lontana.

Quante storie da raccontare, quante vite.

All’emigrazione sono legate tante vicende, storie belle e meno belle, episodi anche divertenti. Ne avete qualcuna?

Certo questo sito non basterà a contenerle tutte, ma ci proviamo, dai, tutti insieme.

Maria Teresa Grano

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Emigrati anni 50 Gino Grano con squadra di calcio Italia in Venezuela. Nostalgia di patria...
Figli della lupa (loro malgrado!)
Emigrati al lavoro. Gino Grano primi anni '50 Venezuela.
Con Mino Reitano
Davanti alla casa di zia Cristina Marchionn
Gennaro Grano campo Cadetti
Gino Grano con emigrati in Venezuela - pausa lavoro
Grano Gherghi anni 60 Monacilioni con campanile Chiesa nostra
Maria Teresa Grano Angioletto Corpus Domini
Maria Teresa Grano foto studio de Socio CB
Maria Teresa Grano e Amelia Di Cera foto passaporto per emigrazione
Maria Teresa e cugini Gherghi anni 60 fontana nelle villetta all'epoca costruita dalla Cassa per il Mezzogiorno
Maria Teresa Grano primi anni 50 foto Studio De Socio Campobasso
Zì Peppenell'u' guardj

Questa foto arriva direttamente dall'archivio personale di Maria Teresa Grano.
Chi si riconosce?

Se vi siete riconosciuti, se volete contribuire ad arricchire la nostra memoria, lasciare una vostra testimonianza o raccontare qualcosa, andate alla pagina dei commenti e scrivete un messaggio.
Noi raccoglieremo il vostro contributo e lo inseriremo nelle pagine del sito citando l'origine se lo desiderate.

Intanto, per mettervi sul gusto, noi cominciamo a dire qualcuno dei nomi, così... chi non è stato citato ce lo segnalerà, no?

Maria Pizzuto, Lia Iosue, Maria Rita Nasella, Giovanna Traboscia, Mena Pizzuto (figlia di Col d' Bett), Benedetta Mezzacappa, Antonietta Giuliano, (...?), Palmiero (dovrebbe essere in Canada), Marianna Iannone, Maria Naimo, Nina Pillarella, Venezuela, Teresina Romano, USA